Un primo approccio al Digital Divide
Introduzione La diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) riguarda solo il 13 % della popolazione mondiale. Il sociologo Manuel Castells (1996), nella sua analisi sulla società dell’informazione, segnala che la caratteristica propria delle TIC è di espandersi in maniera selettiva. Il tratto specifico di tali tecnologie sarebbe, infatti, quello di includere o di escludere nella rete dell’informazione e della comunicazione frammenti di società o popolazioni intere, a seconda che siano in grado di accedere e di avvalersi efficacemente dei prodotti della rivoluzione digitale. Il termine tecnico che viene utilizzato per riferirsi alle disuguaglianze nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie digitali è Digital Divide. Questo breve contributo ha lo scopo di fornire un’introduzione al fenomeno del divario digitale, mettendo in rilievo le principali tematiche del dibattito in corso e analizzando i fattori che condizionano l’acuirsi della frattura digitale sia nell’ambito di sistemi socio-economici che hanno ampiamente integrato le TIC al proprio interno, sia nel caso dei paesi in via di sviluppo, che riflettono uno scenario profondamente diverso. Il concetto di divario digitale Misurare il digital divide |
![]() Fig. 1. Digital Opportunity Index. Fonte: World Information Society Report (2006). |
L’opportunità è calcolata in base alla percentuale della popolazione coperta dalla telefonia mobile, al rapporto tra le tariffe di accesso a internet ed il reddito procapite e, infine, al rapporto tra le tariffe dei cellulari e il reddito procapite. L’infrastruttura è analizzata misurando la percentuale di famiglie dotate rispettivamente di linea telefonica, PC e accesso internet a casa nonché calcolando il numero di abbonati alla telefonia mobile ogni 100 abitanti e il numero di abbonati a internet via cellulare ogni 100 abitanti. Il terzo ed ultimo parametro, l’utilizzo, è calcolato in base a tre indicatori: la percentuale di utenti internet in un paese, il rapporto tra abbonati a banda larga e il totale degli abbonati ad internet ed, infine, la proporzione tra gli abbonati alla telefonia mobile a banda larga ed il totale degli abbonati al telefono cellulare. L’insieme di questi tre macro-parametri costituisce l’indice di opportunità al digitale che, rispetto ad altre metodologie di misurazione precedentemente adottate permette l’interoperabilità con altri indici di misurazione. Rispetto all’indice precedentemente in uso l’ “ICT Opportunity Index”, il DOI, utilizzando dati del 2004-2005, focalizza l’attenzione sulle tecnologie di ultima generazione (connessione a internet via cellulare, connessione a banda larga etc.) e analizza il più alto numero di paesi (180) finora presi in considerazione. Le cause del divario digitale |
![]() Fig.2. Utilizzo del Simputer a scuola. Fonte: Picopeta Simputers. |
![]() Fig. 3 Applicazione interattiva creata per l’apprendimento dell’Hindi da parte dei bambini delle scuole rurali dello stato di Chhattisgarh. Fonte: Picopeta Simputers. |
Utilizzabile anche da chi non è in grado di leggere e scrivere, il Simputer riprende il design di un palmare che consente all’utente di interagire tramite lo schermo. Il sistema operativo è GNU/LINUX su cui una serie di applicazioni open source permettono di trasformare in comandi il tocco dello schermo e in messaggi vocali le risposte del simputer. Non solo il Simputer è economico e a basso consumo energetico (è alimentato da batterie), ma è orientato alla comunità. E’ infatti possibile condividere l’accesso alla stessa macchina fra più individui, pur mantenendo un profilo personalizzato grazie all’utilizzo di schede magnetiche da inserire all’interno del computer. Un mancato accesso all’istruzione incide ovviamente anche sulla competenza linguistica. Ciò è particolarmente rilevante se si pensa che, a parte rare eccezioni, sia i software sia la rete, sono dominati dalla lingua inglese. L’utilizzo di una lingua diversa da quella di progettazione richiede un processo di localizzazione complicato (in particolar modo per il software e per il web) che comporta anche la traduzione dei contenuti e l’adattamento del prodotto (soprattutto dell’interfaccia utente) al particolare contesto culturale cui si rivolge. Conclusioni Note Riferimenti bibliografici Castells M. (1996) “La Nascita della Società in Rete”. Titolo originale The Rise of the Network Society, Blackwell Publishers, pubblicato in Italia da EGEA Università Bocconi Editore 2002. Comunello F. (2003) “Formazione e Conoscenza. Oltre il digital divide”. In “Tic. Bollettino sulla diffusione delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione”. Glob.Act Publishing. Comunello F. (2005, a) “Divari digitali e ICT. Tecnologie abilitanti oltre la questione dell’accesso”. In Anzera G. e Comunello F. (a cura di) “Mondi digitali. Riflessioni e analisi sul digital divide”. Guerini e Associati, Milano. Comunello F. (2005, b) “Per una mappa delle tecnologie e dei divari: divario interno e internazionale”. In Anzera G. e Comunello F. (a cura di) “Mondi digitali. Riflessioni e analisi sul digital divide”. Guerini e Associati, Milano. Hargittai E. (2004) “Internet Access and Use in Context”. In New Media and Society, 6(1):137-143. Consultabile in: http://www.eszter.com/research/a12-incontext.html Gunkel D. J. (2005) “Riflessioni per una critica del divario digitale”. In Anzera e Comunello (a cura di) “Mondi digitali. Riflessioni e analisi sul digital divide”. Guerini e Associati, Milano. OCED (2001) “Understanding the Digital Divide”. OECD Publications, Paris. Nardi J. e Padovani C. (2004) “Diritto a comunicare e accesso ai saperi”. La nuova forntiera dei diritti nella Società della Conoscenza”. Yema, Modena. Norris P. (2001) Digital Divide: Civic Engagement, Information Poverty and the Internet in Democratic Societies. New York: Cambridge University Press. Ranieri M. (2006) “Formazione e Cyberspazio. Divari e opportunità nel mondo della rete”. ETS Pisa, 2006. Research ICT Africa (2004) “ICT Sector performances in Africa: a review of seven African countries” Consultabile in: http://www.researchictafrica.net/modules.php?op= Sartori L. (2006) “Il divario digitale. Internet e le nuove disuguaglianze sociali”.Il Mulino, Bologna. Tommasoli, M. (2001) “Lo sviluppo partecipativo”. Carocci editore, Roma. Trotta M. (2005) in http://www.corriere.it:80/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/ UNDP (2004) “Human Development Report 2004. Cultural liberty in today’s diverse world” United Nation Development Program. Consultabile in: http://hdr.undp.org/reports/global/2004/. Warschauer M. (2003) “Technology and Social Inclusion”. MIT Press, Cambridge. Wilson E.J. (2004) “The information revolution and developing countries”. MIT Press, Cambridge. |